Le origini di Rocca Grimalda sono incerte e si perdono nella leggenda: sporadici ritrovamenti archeologici farebbero risalire i primi insediamenti alla presenza di popolazioni liguri in epoca pre-romana. I reperti più antichi sono databili tra il terzo e il primo secolo avanti Cristo, oltre ai resti di sepolture databili all’epoca preistorica.

I primi riferimenti scritti risalgono all’alto Medioevo: nel 963 Rocca Grimalda rientrò fra i territori concessi dall’ imperatore Ottone ai marchesi del Monferrato. Nel 1164 Rocca Grimalda fu concessa in feudo a Guglielmo del Monferrato dall’imperatore Federico I detto il Barbarossa. Durante il XIII secolo, per esigenze economiche, fu data in pegno con la relativa investitura feudale ai marchesi di Gavi e, dopo alterne vicende e contese tra il Monferrato e Alessandria, passò ai Malaspina, sotto il cui dominio Rocca Grimalda attraversò un periodo particolarmente cupo e travagliato.

Nel 1355, detta Rocca Val d’Orba, fu nuovamente concessa ai marchesi del Monferrato e, in seguito all’occupazione dei milanesi, fu assegnata nel 1440 da Filippo Maria Visconti a Galeazzo Trotti.

I Trotti, famiglia di capitani di ventura, dopo alterne vicende che li videro spodestati e reinvestiti del feudo, lo vendettero definitivamente ai Grimaldi, patrizi genovesi, che dominarono il paese fino ai primi del XIX secolo.

Il passato così burrascoso e ricco di avvenimenti sociali, ha temprato e modellato l’animo dei rocchesi e si riflette in quella che è la tradizione più antica e significativa del paese: la Lachera, danza popolare tramandata di generazione in generazione dal XIII secolo e che ancora oggi viene ballata in occasione del carnevale.

Rocca Grimalda conta attualmente circa 1300 anime, in gran parte residenti fuori dal centro storico, nelle campagne. L’agricoltura rappresenta la principale voce dell’economia rocchese, anche se recentemente sono sorte alcune piccole aziende e laboratori artigianali.